Quante spese ha un hotel?

La guida pratica per albergatori che vogliono smettere di rincorrere i costi e iniziare a governarli 

Iniziamo da qui: non sono “tante spese”. Sono spese specifiche 

Se hai mai aperto il bilancio e pensato “Ma dove va a finire tutto quello che incasso?”, sappi che non sei solo.
Molti albergatori vivono ogni stagione con una sensazione di rincorsa: la struttura lavora, le camere si riempiono, le recensioni sono buone… ma i soldi sembrano evaporare.

La verità è che un hotel ha tante spese, sì — ma non devono essere una giungla.

Il problema non è la quantità. È non sapere esattamente quante sono, dove vanno e quanto pesano.
Questo articolo nasce proprio per questo: aiutarti a fare ordine.
Ti spiegherò in modo chiaro e concreto:
• quali sono le principali voci di spesa di un hotel
• come si suddividono
• quali sono fissi, quali variabili
• quali puoi controllare meglio
• e, soprattutto, come puoi leggere questi numeri per decidere con più lucidità.

1. Partiamo dal cuore: i costi operative

Gli hotel non vivono di margini teorici, ma di operatività quotidiana.
Per questo, la prima grande area di spesa riguarda proprio tutto ciò che ti serve per funzionare ogni giorno.

Ecco le voci principali:

Costo del personale 

In media, il costo del lavoro ottimale incide tra il 28% e il 30% del totale dei ricavi in una struttura alberghiera. 

Include: 

  • stipendi e contributi 
  • formazione 
  • turni straordinari 
  • ferie, tredicesime, malattie 
  • eventuali premi o benefit 
È una voce che cresce silenziosamente. Se non la monitori con costanza, ti trovi a fine stagione con margini erosi senza accorgertene. 

Reparto Camere 

Pulizie, lavanderia, cambio biancheria, welcome kit, manutenzione ordinaria.
Ogni camera ha un costo per essere venduta, anche se spesso ci si concentra solo sul prezzo di vendita.

Food & Beverage

Colazioni, bar, ristorazione interna.
Oltre al food cost (materie prime), vanno considerati:

  • scarti 
  • consumo medio per ospite 
  • personale dedicato 
  • manutenzione attrezzature 

2. Costi fissi: ci sono anche quando l’hotel è vuoto

Questa è la categoria più pericolosa… perché è silenziosa.
Anche se l’hotel è chiuso o ha bassa occupazione, queste spese continuano a correre:

  • Affitti o leasing (immobili, auto, attrezzature) 
  • Utenze fisse (riscaldamento, luce, gas minimi) 
  • Software gestionali, channel manager, PMS 
  • Licenze, canoni SIAE, abbonamenti TV 
  • Interessi passivi 
  • Tasse locali fisse (es. IMU) 
  • Assicurazioni 

Queste voci vanno monitorate nel tempo.
Non tanto per eliminarle (sono spesso inevitabili), ma per capire quanto pesano rispetto ai ricavi.
Se superano una certa soglia, è il campanello d’allarme che l’equilibrio economico è a rischio. 

3. Costi variabili: quelli che crescono con l’occupazione

Sono le spese che aumentano quando aumentano gli ospiti.
E sono anche quelle più “invisibili”, perché non sempre vengono associate a una voce chiara nel bilancio.

Parliamo di:
  • Lavanderia in outsourcing 
  • Pulizie extra 
  • Welcome kit 
  • Manutenzione straordinaria causata dal passaggio intenso 
  • Snack, bottigliette, bevande gratuite 
  • Attività extra (wellness, navette, tour) 

Queste spese vanno monitorate per camera venduta o per ospite.
Non in valore assoluto.

Un esempio pratico:
Se spendi 10.000 € di lavanderia al mese e hai 800 presenze, il costo medio per ospite è 12,50 €.
Conoscere questo dato ti permette di decidere con più lucidità se includere il cambio giornaliero nella tariffa o renderlo opzionale. 

4. Marketing e intermediazione: quanto ti costa vendere?

Spesso considerati “accessori”, in realtà i costi legati alla commercializzazione possono diventare una delle voci più impattanti.

• Commissioni OTA (Booking, Expedia, ecc.)
• Campagne ADV (Google, Facebook, Instagram)
• Agenzie intermediarie
• Collaborazioni con influencer, portali di nicchia
• Stampa e materiali promozionali

Il dato chiave: costo di acquisizione per prenotazione

Sapere quanto ti costa acquisire una prenotazione su ogni canale ti permette di:
  • ottimizzare le tariffe 
  • valutare se conviene vendere diretto o tramite OTA 
  • capire dove investire davvero 

5. Tasse, imposte, contributi: le voci più sottovalutate (e più pesanti)

Le imposte sono una spesa a tutti gli effetti. Ma non sono solo “quello che paghi”.
Sono anche quello che non hai previsto, e che quindi ti coglie di sorpresa.

Le voci principali includono:

  • IMU (per immobili commerciali) 
  • IRES, IRAP, IVA (a seconda della forma giuridica) 
  • Tassa rifiuti 
  • Contributi INPS, INAIL 
  • Tassa di soggiorno 
  • Tasse locali o regionali (es. concessioni) 
Il punto non è “quanto pago”, ma quando lo so.
Conoscere in anticipo il carico fiscale ti permette di pianificare gli investimenti e la liquidità, senza sorprese. 

6. Investimenti: il costo che diventa opportunità

Ristrutturazioni, nuovi arredi, restyling camere, aggiornamenti tecnologici: sono spese, ma con una logica diversa.

Perché?
  • Sono spese straordinarie 
  • Possono essere ammortizzate 
  • Spesso migliorano il margine future 
Il problema nasce quando:
  • Non vengono pianificati nel budget annuale 
  • Vengono fatti “di impulso”, senza visione 
Si sommano ad altri impegni non previsti (es. imposte, imprevisti tecnici)

Una consulenza continuativa ti aiuta a integrare gli investimenti nella strategia fiscale, ottimizzando i tempi e i benefici. 

7. La vera domanda non è “quante spese ho”… ma “quali posso controllare?”

Ecco una sintesi delle categorie principali: 

Categoria Tipologia Livello di controllo
Personale Operativo Alto (organizzazione turni, straordinari, outsourcing)
Food & Beverage Operativo Alto (food cost, fornitori, porzioni)
Tasse e imposte Amministrativo Medio (se anticipate con un buon piano)
Marketing & OTA Commerciale Alto (monitoraggio canali e ROI)
Utenze Fisso Medio (se ottimizzi consumi e contratti)
Investimenti Strategico Alto (se pianificati e monitorati)

8. Il rischio nascosto: non avere una visione d’insieme

Molti albergatori ricevono dati, report, bilanci… ma non li leggono nel momento utile.
Oppure li ricevono in un formato che non parla la loro lingua.

La soluzione non è fare tutto da solo.
La soluzione è:

  • avere report mensili o trimestrali, riclassificati (con metodo USALI o Mini USALI) 
  • confrontare budget e realtà 
  • parlare con un consulente che conosce gli hotel, non solo la contabilità 

9. Una metafora semplice: il carrello dell’ospite

Immagina che ogni ospite entri nel tuo hotel con un carrello, come al supermercato.

Nel suo carrello ci sono:
  • una camera 
  • una colazione 
  • un servizio spa 
  • una bottiglietta d’acqua 
  • il sorriso della receptionist 

E ora immagina: quanto ti costa riempire quel carrello?

Se non lo sai, non puoi sapere se stai davvero guadagnando.
E finché non lo sai, rischi di lavorare tanto… e guadagnare poco. 

10. La svolta: numeri semplici, letti insieme 

Con il metodo CARE di Hotel Care, non ricevi solo un bilancio.
Ricevi:

  • una lettura ragionata dei tuoi numeri 
  • un confronto mensile con un consulente esperto del settore alberghiero 
  • un portale per accedere sempre ai tuoi dati 
  • previsioni fiscali per pianificare in anticipo 
E soprattutto: una relazione vera, non un file da interpretare da solo.

Conclusione: non sei in balia delle spese. Puoi prenderne il controllo

Quante spese ha un hotel?

Tante, è vero.
Ma con gli strumenti giusti, il metodo giusto e il supporto giusto… diventano leggibili, gestibili, governabili.

La chiave è smettere di trattare le spese come un male inevitabile, e iniziare a vederle come indicatori strategici.

Paola Saldi
Commercialista per albergatori, fondatrice di Hotel Care
“Semplifica la gestione per accogliere con passione.”

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